Avventura: L'isola fuori dal tempo

La giovane maga si trovava ad un tavolo, le gambe incrociate sotto di esso, osservando il muro rossiccio e argilloso della stanzetta.
La luce della fiaccola era incerta mentre illuminava quel poco che era lì contenuto. Degli stracci di spessa lana intrecciata erano accatastati in un angolo, a fare da muro.
Una sacca era inchiodata tramite un sasso appuntito e curvo ad una delle mura, e si poteva intravedere all'interno di essa la forma bitorzoluta di un tubero.
Una serie di brocche in coccio era invece distesa per terra e conteneva, fra le varie cose, olio di pesce, carbone, e una sorta di polvere dall'aspetto di farina.
Non c'era molto altro nella stanza, se non qualche sedia ottenuta molto rusticamente ricoprendo con paglia intrecciata pietre di varie forme.
Infine sul tavolo il libro degli incantesimi (foderato con elegantissima carta crespa in crapione, un lusso) e un coccio in ceramica smaltata contenente distillato di patata.
Nella stanza l'unico altro essere era Yube, un piccolo uomo dalle fattezze robuste, ma dal colorito insalubre, bianco.
Stava appoggiato ad una delle sedie-rocce e sembrava pensieroso.

Janneth chiese al suo amico se aveva qualche problema e perchè era cosi nervoso e di un colorito strano e poi disse parla ti ascolto hai qualche problema?, se si lo risolviamo ok?

Il tizio rispose con naturalezza, ma strascicando un po' le parole.
"Niente capo, tutto come al solito....sai com'è. Il posto qui non è male. Fa più caldo che dove eravamo prima, e è anche più grande. Ma i tuberi di qua...sono diversi. Non mi saziano granché, non so". E fece un sorrisone, mettendo in mostra anche un paio di denti malmessi e scomposti.
"Piuttosto capo, non è che Malvino, Bestia e Hoff ci mettono troppo? Va bene che qui ci sono più soldati...ma anche così....dovrebbero essere abbastanza furbi da saper rubare una capra senza farsi vedere, ormai."

Già mi chiedo dove siano andati, già non sono tante buone queste patate, si hai ragione e più grande e fa piu caldo ma non ti preoccupare ancora 2 o 3 colpi e ci sistemiamo...

Yube guardò il proprio capo con un misto di rispetto e ilarità difficile da descrivere.
"Beh capo, finché riusciremo a portar via solo patate, carbone e qualche coccio temo che ci vorranno più di due o tre colpi. Dovremmo puntare più alto la prossima volta...rubare una sedia, oppure della seta. Magari riuscissimo a rubare una bella sedia! In un'altra città la potremmo rivendere per almeno quattro o cinque pecore!"
In quel momento una mano robusta scostò il pesante panno di lana grezza che faceva le veci della porta. Entrano, facendo un cenno con la testa, tre uomini.
Uno di loro era Malvino, lo storpio. La gamba era mozzata fino al ginocchio. Quell'incidente con delle guardie sembrava essergli costato molto, e invece gli aveva reso un grande servigio: gli storpi e i mutilati suscitavano ancora, nonostante la situazione estremamente difficile, la pietà delle gente.
Il più grande dei tre era invece un grosso ominide pelato e con i denti sporgenti che rivelavano la sua discendenza mezz'orchesca. Era alto almeno un metro e settanta e svettava sui più gracili componenti del gruppo. Si teneva la testa con una mano, da dove si intravedeva una macchia di sangue ormai rappreso.
Infine il terzo di loro, secco e smunto, con le grosse orecchie a sventola, era Hoff. Il suo sguardo allampanato era davvero tipico del malato di mente, ma non si intuiva se gli occhi erano così in fuori per l'estrema magrezza o per altre ragioni.
I due compari giù presenti nella stanza notarono con costernazione che non solo non c'era il capro promesso, ma nemmeno l'ombra di altra refurtiva, né tuberi né altro.

Ehi malvino che cacchio succede, siete tornati senza niente, qualche soldo? niente? Bestia non hai minacciato nessuno oggi niente sacchi di patate dagli agricoltori? e tu Hoff stupido pazzoide allucinato non hai preso niente neanche dei boccali vuoti, una sedia per yube una cavolo di capra... ora ditemi cosa succede e in fretta prima che mi scaldi ok?
Se scopro che siete stati in locanda a vendervi al bere con i pochi spiccioli che avevate e non avete svolto i vostri incarichi, siete rovinati... Yube sta attento al peggio, potrebbero anche averci venduto alle guardie.

"Noi...beccati...Bestia, pietra" muggì il bruto. Gli fece eco Hoff: "Capo, scusa. Non siamo riusciti a prendere niente, ci hanno visti. Le guardie, le guardie!" E lanciò un piccolo grido soffocato. L'unico ancora padrone di sé sembrava essere lo storpio malvino. Sulla sua stampella (un bizzarro cilindro di coccio con inserti in cuoio) si era portato fino ad una sedia e vi si era adagiato. "Scusaci capo, ma abbiamo avuto un contrattempo. La bestia era riuscita a prendere un agnello mentre io distraevo il fattore. Piccolo, ma sano, quell'agnello. Bestia lo passa a Hoff che se la batte. Ma mentre corre intravede una guardia. Sai com'è fatto, capo, si lascia prendere dalle cose. Ha fatto una delle sue scenate, ha attirato l'attenzione di tutti e così ci hanno scoperti". Indicò il bestione: "la bestia ha pure preso un brutto colpo in testa: ci han tirato delle pietre. Addio agnello e patate. Per fortuna però li abbiamo seminati". Fece una faccia molto seria, esitante. "Capo, e se ci spostassimo un'altra volta?".

Alllora vi hanno tirato le pietre e le avete seminati? allora perchè mi chiedete dicambiare posto ancora c'è qualcosa che non va? vi siete lasciati pedinare fino a qui? insomma siete 3 ladri e non riuscite a rubare niente e dico NIENTE, il povero yube aspettava delle patate nuove magari con un capretto farcito, vero yube? Bhe comunque ora esco io a rubare qualcosa voi state qua, tornero con dell' oro... Barricatevi dentro fino al mio ritorno, ah tenete un pò delle mie razioni di cibo e della birra in fiaschetta... e tutto vado, ma sinceramente mi avete deluso sonos tufo di tre ladri cosi, non so come dire e dico COSI.

"Ma no capo, non te la prendere, i ragazzi fanno il possibile, vero ragazzi?" disse yube, col suo sguardo malinconico.
I tre rimasero muti, tranno Hoff che lanciava ogni tanto qualche gridolino.
La maga uscì senza dare loro ascolto e si ritrovò in una strada fangosa, all'aperto, disseminata su entrambi i lati di costruzioni, realizzate apparentemente in terra , paglia e sterpi come quella da cui era appena uscita. Tutte le case erano molto basse e apparentemente parzialmente scavate nel terreno.
All'orizzonte oltre a questo genere di costruzioni di varia dimensione (tra i quali un edificio molto più largo dei precedenti in cui riconobbe il mercato) e a spogli terreni coltivati e pascoli, vide la sagoma, massiccia ma fatiscente, di una roccaforte.

Noto la roccafortema prima di andare li mi dirigo verso le fattorie esterne...
@Shu se ci sono.

La maga decise di prendere una strada tortuosa attraverso i campi invece di dirigersi direttamente al castello.
Abbandonando la via dove si trovava il loro covo si ritrovò dapprima in una strada ben più larga della precedente, dove oltre alle persone in piedi riuscì a distinguere anche dei risciò, spesso riparati alla bell'e meglio con corda e dei travois fatti in stuoia e corda trainati da muli o cavalli. Era quella la via più "trafficata" che conduceva al mercato.
Oltrepassò la via per dirigersi ancora più ad est. Il numero delle abitazioni si fece sempre più ridotto mentre aumentarono, da prima inframmistati, poi decisamente isolati, i campi coltivati. Si imbatté improvvisamente in un grande campo paludoso, dove due uomini affaticati zappavano con strumenti rudimentali in ferro e ceramica.

Faccio finta di stare male e mi avvicino, chidendo aiuto... poi mi fingo svenuta.

[Tiro di raggirare riuscito]

La giovane svenne improvvisamente, il corpo steso a terra , le braccia nel fango.
Il più anziano dei due la stava evidentemente osservando mentre cadeva perché le si avvicinò immediatamente. L'altro, che poté notare di sfuggita sembrava più giovane, si avvicinò con più cautela alla ragazza e disse all'anziano: "Padre, che ha?" "Non saprei. Ma non avvicinarti, forse è malata" rispose l'altro e senza toccarla, con la punta dell'arnese di lavoro, la toccò gentilmente sul fianco. "Che ha signorina?" le chiese spaventato.

Son... sono stata picchiata, mi fa tanto male lo stomaco mi hanno rubato gli ultimi ori che avevo in tasca... (Poi tossisco due Volte)...

L'anziano non si stupì di quanto detto dalla ragazza, apparentemente. "Capisco...ci sono molti farabutti pronti a fare di queste cose...e vi hanno pure rapinato delle vostre monete d'oro, che disgrazia!". Il giovane invece fece una faccia dubbiosa. Si rivolse al padre: "Padre, certamente la ragazza è stata vittima di un sopruso, ma noi abbiamo da fare, ricordate? Se non finiamo la semina entro la settimana potremo non riuscire a raccogliere in tempo. Anche lei, se non si fosse portata dietro quelle monete ora non le avrebbe perse".

Va bene me ne vado, mi avrete sulla coscienza quando sveniro un altra volta per ritornare a casa, mi lasci alzare ahhhh cof cof, (quando mi alzo dopo 2 o tre passi mi piego poi mi accascio di nuovo e mi rifingo svenuta)...

Il nuovo, apparente svenimento fu talmente realistico che entrambi i contadini furono presi dallo stupore e dalla preoccupazione.
Anche il giovano, pur esitando, sembrava incerto sul da farsi. Il padre prese la ragazza in braccio e disse al figlio "Vedi stupido? Questa giovane sta realmente male! Penso che dovremo almeno offrirle un cordiale, o Pelor ci punirà!" Si mise in marcia verso una costruzione dimessa mentre il figlio, bovinamente, lo seguiva poco distante.

Se mi hanno messa sul letto, fingo tremolii da freddo e poi quando mi sveglio a bassa voce li ringrazio per l'ospitalita.

"Di niente signorina, riposi pure qui. Vai a chiamare tua madre e dille di venire qui a filare" disse al figlio.
"Vedrete che mia moglie si prenderà cura di voi. Non possiamo offrirvi granché se non questo giaciglio, purtroppo".

Va benissimo "Tra me e me pensavo... ah che bello, volevo derubare questa famiglia ma mi ha accolto anche se ho fatto finta di svenire, io mi chiedo come ci si sente ad avere una famiglia?, bhe io non lo so perchè non l'ho mai avuta a dire il vero sapevo solo che i miei genitori erano stati uccisi e che mio fratello maggiore era stato rapito, ma da chi? Comunque quando finiro di fingere sarà un mio dovere ripagare queste persone, spero che gli altri non mi cerchino perchè se no sarei costretta al peggio" Feci uno sbuffo e poi mi misi a riposare.

La giovane si addormentò sul giaciglio di paglia, forse il vino ingerito le aveva indotto torpore. Al risveglio non seppe quanto tempo era passato, ma poteva intuire dalla oscurità che la circondava che il tramonto doveva essere trascorso da poco. Nella stanza non vi era nessuno.

Mi alzo e mi guardo intorno e dico: c'è nessuno? poi vado a vedere se stanno coltivando...

La giovane non sentì nessuna risposta. Si accorse improvvisamente di quanto la casa fosse grande. Si lanciò fuori dalla soglia: non vide nessuno nei campi. La luna nel frattempo rischiarava quei campi desolati, e una fitta e gelida nebbia iniziò a scendere.

Non mi fido e continua a cercare i contadini e poi prendo il coltello e mi armo.

Al piano terra non vi erano che 3 stanze: la stanza dove la giovane aveva riposato, evidentemente un ripostiglio, e altre due stanze: una specie di cucina e una cantina per l'affumicatura e stagionatura di formaggi. Vi erano però delle scale di argilla plasmate con decisione che portavano al piano di sopra.