Avventura: L'isola fuori dal tempo

"Basta. Che vi piaccia o no, sarete portata dove di dovere."
Due paia di braccia la sollevarono di peso e la fecero incamminare forzatamente. Oltrepassò un lungo corridoio per finire in un atrio lugubre e ampio, provvisto di decorazioni ricche ma decisamente male intonate, quasi fossero state poste lì a più riprese. Percorsero l'atrio per una buona parte, svoltando in un nuovo corridoio. Dopo poco il corridoio sfociò a sua volta in una stanza. Era questa una stanza ben più misera della precedente, ma più pulita e ordinata. Vi si poteva enumerare un tavolo, un armadio, un letto e una scrivania provvista di sedia, tutto in legno dal colore marrone castano.
Alla scrivania stava un uomo in uniforme: indossava un'armatura assai simile a quella del freddo e inquisitorio carceriere che le aveva fatto assestare quel calcio.
Al contrario di questi, però, l'uomo che aveva di fronte appariva più emaciato, meno vigoroso nel complesso, più truce quasi. Aveva i capelli neri e disordinati, e per quanti non sembrassero sporchi trasmettevano un'immagine di nervosa trasanzatezza.
"E' questa la ragazza?" chiese "Possibile che questa fogna trabocchi di malviventi?".

Eh lasciatemi brutti stupidi uomini in uniforme, ve l'ho già detto non centro niente io... e malvivente lei lo dice a sua sorella...

L'uomo scosse la testa, come se della cosa non gli importasse. Aveva tutta l'aria di essere annoiato, comunque, come intorpidito. "Allora, signorina, ci racconti cosa è successo? Abbiamo trovato tre persone morte di morte violenta, un coboldo fatto a pezzi da un'arma non pervenuta, e tu svenuta là. Dicci cosa è successo e finiamola qui.
Non ho nessun interesse a schiaffarti in una cella a vita, ma non credere che preferisca trattarti coi guanti di velluto".

Praticamente io mi sono sentita male per strada e questi fattori mi hanno soccorso, ho dormito tanto, quando mi sono svegliata o chiesto... c'è qualcuno? dove siete? poi o visto sulle scale uno strano liquido ceroso e sono salita li ho trovato un coboldo che stava ammazzando il fattore con un coltellino aveva anche una lancia, comunque mi sono difesa con le arti arcane ma e riuscito lo stesso a farmi svenire, poi prima ho notato una parete in pietra nella stanza con un buco, probabilmente il goblin e uscito da li. ecco tutto ora mi lasciate o devo ritornare in quella cella, ah comunque questo tizio qui questa guardia solo perchè ho detto che ero innocente mi ha tirato un calcio allo stomaco, vi sembrano bei modi e poi non mangio da non so quanto tempo e ho sete.

"Prima di tutto: se hai fame e sete, a me non interessa" disse l'uomo contrariato "Pensi di essere in una pigione? Bah. Comunque, di che arti vai parlando? Sarai mica una strega?" la guardò con fare interrogativo. "Se è così, non uscirai di qui prima che non ti abbia fatto dare un'occhiata". E fece un cenno verso la porta dalla quale erano entrati i tre.

Non sono uan strega ma Una maga molto intelligente... uff penso * brutti idioti schifosi*

Il signore rise, di una risata profonda e nera. I suoi si erano finalmente illuminati. "Allora, signorina, forse puoi essermi utile. Ancora non ti garantisco nulla, però. Purtroppo per te, comunque, te ne dovrai rimanere qui." e la fissò. Si rivolse allora alla guardia alla destra della maga. "Riportatela dentro. Datele qualcosa".

lasciatemi o giuro che non faro niente e dico niente per voi, voglio solo uscire sono innocente *tiro un pugno alla guardia e un calcio al tavolo*

Appena la ragazza provò a divincolarsi la stretta intorno alle braccia si fece più forte.
Il signore si fece ancora più ilare. "Signorina, te lo dico subito. Se tu fai come dico io, esci di qui con qualche soldo e la pelle. Se non vuoi, non ci posso far nulla. Ma chissà chi ci rimetterebbe. Forse uno di quei topi di fogna che chiami scagnozzi".

Se tu non li conosci La bestia ti stende con un colpo damerino... e comunque io ho molte amicizie verranno aliberarmi non farò la vostra schiavetta, tu sei un lurido porco che se ne approfitta delle situazioni, giuro che mi vendichero e adesso di alla tua guardia di lasciarmi o la maghetta che ti serve come dici tu non potra fare nulla.

"Bada a come parli, sgualdrina!". La ragazza fu colpita duramente con una bastonata sulla schiena. Poté sentire le sue ossa assorbire il colpo. I suoi occhi si riempirono di lascrime per il forte dolore: se non l'avessero sorretta sarebbe probabilmente caduta a terra.
"Non c'è bisogno, non c'è bisogno, guardia" disse il signore, senza però preoccuparsi dell'accaduto. "Signorinella bella, o dovrei chiamarti lurida bastarda, se parlando della bestia ti riferisci a quella specie di abominio, lo abbiamo preso. Abbiamo preso anche quello spastico, e quello zoppo. Davvero, questo posto è pieno di scarafaggi, luridi parassiti. Hanno provato a rubare una capra di troppo". Sorrise in maniera diabolica. "Hai ancora tanti altri amici da far rinchiudere e torturare, signorina? Perché credo di avere altro posto nelle mie segrete".

Piangendo dico e va bene collaborero però a patto che li liberiate alla fine del mio compito...

"Magnifico" disse senza entusiasmo. "Guardia, va a chiamare O-Bami. Digli che avrò finalmente un apprendista. E digli anche che questa deve rimanere viva, perché non so quanto tempo ci vorrebbe per trovarne un altro". La guardia uscì dopo aver fatto un saluto. "Voi invece potente andare nel frattempo a prendere la sua roba". I due soldati che la trattenevano la lasciarono e dopo aver salutato anch'essi abbandonarono la stanza. Non rimaneva adesso che il signore con una guardia armata di alabarda, e la giovane.

Una sola regola se io lavoro per voi dovete trattarmi bene e non picchiarmi non darmi cibo per 3 giorni e accusarmi di omicidio... e poi fissando negli occhi il capo gli dico però se verra tolto solo un capello hai miei amici... bhe avete capito mi rifiutero di fare qualsiasi cosa, pittosto che vedere quei tre poveretti morti mi ammazzzo io, capito? vi van bene queste piccole cuausole?

"Se lavori bene, non ci saranno problemi. Anzi, metteresti pure su qualcosa. Sono generoso con chi si dà da fare. E in quanto ai tuoi amici...sai cosa me ne importa di loro? Sono vermi. Non dedico loro più attenzione che alle formiche sulla strada. Non ho motivo per vederli morti".
Fece una pausa. "Piuttosto, ricordati, signorina, che mi aspetto un buon lavoro. Ah, ecco che arriva O-Bami".
Era infatti apparso, oltre la soglia, un vecchio con una lunga barba, una evidente calvizie, avvolto in un abito candido. Aveva uno sguardo di ghiaccio e in mano, un bastone.

Salve signore... bhe andiamo subito al sodo, cosa vuole che faccia per voi?

Il vecchio non rispose nemmeno. Guardando prima la ragazza, e poi il signore, gli disse "ma che diavolo fai? Non lo vedi che questa è una mendicante qualsiasi? Dovrei decidermi a insegnarti qualcosa su noi maghi, rimbecillito". Il signore rispose con veemenza. "Stupido vecchio, hai idea di cosa significhi per me cercarti assistenti che ti servano? Cosa vuoi che ne capisca di magia: sono un politico, io. Fanne quello che ti pare: se non è una maga come dice, la puoi pure far fuori".
Il vecchio fece svanire il ghigno dalla faccia e guardò la maga. "Forza, vieni con me. Ti dirò a cosa mi servi in un luogo meno volgare". Si girò e fece segno di seguirlo.

Mi giro e seguo il vecchio signore...
Per Shura: è arrivato il mio equip?

Il "vecchio signore" se ne andò per il largo salone. La ragazza lo seguiva senza dire alcunché. Dopo poco scesero delle scale ricavate rozzamente nella pietra che si aprivano su uno dei corridoi. Scesero per molti ripidi scalini a chiocciola, con l'umidità che aumentava sempre di più. Dopo qualche minuto, la scala diede su un piccolo e breve corridoio. Entrarono in una stanza piccola ma ricca di alambicchi, scritte murarie, disegni e cartografie, ricostruzioni in legno e metallo di sfere e simili corpi, statue votive e soprattutto, logori e pesanti tomi. Il mago si girò verso la ragazza che fino al momento non aveva degnato di uno sguardo. "Qui è dove lavorerai. Ti piacerà".

Speriamo, comunque come posto non è male, complimenti... Cosa dovrei fare io per lei?

"Io sono un mago, come forse avrai intuito dalla conversazione con quello sciagurato di sopra. E necessitò purtroppo, data la mia età, di un assistente. In particolare ho bisogno di qualcuno che mi aiuti ad interpretare rituali che i miei occhi faticano a scorgere, a mescolare elementi con mani precise che la vecchiaia mi ha tolto" e mostrò le mani, leggermente tremolanti " e ovviamente, a tenere in ordine questo laboratorio, e a aiutarmi a rifornirlo. Se lavorerai bene, accrescerai anche la tua conoscenza della magia, e imparerai cosa significhi lavorare e studiare onestamente".

va bene signore, cosa vuole che faccia? oppure perchè non si riposa che ripulisco un pò qui che è uno schifo +si guarda in torno+ magari potrei togliere un pò di polvere... Sa non mi piace lavorare nella sporcizia e credo nemmeno a lei.

(non è così sporco...)
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"Non c'è tempo per pulire. E poi, un sapiente non ha bisogno della pulizia, solo del duro lavoro della conoscenza". Si sedette su quel che sembrava uno sgabello in legno, ma molto consunto. "Prendi quel libro, svelta" e indicò uno dei tanti libri che giacevano accatastati.

Emm quale in particolare di tutti questi libri vuole? *prendo un pò di libri e glieli passo*

Il mago guardò la giovane allieva imbronciato. "Quello lì, inetta!". Dopo averle strappato quasi di mano il libro, con una forza che la giovane non si aspettava, "avremo molto da lavorare".

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Sono passati ormai almeno una quarantina di giorni da quando la maga ha intrapreso il percorso di aiutante del mago. Nell'aiutarlo imparava sempre di più cosa significa essere un mago, le responsabilità, la cura dei dettagli, che finora le erano state solo accennate.
Il mago stesso prese col tempo a voler bene alla ragazza. Dopo una massacrante impresa, di mescolare per ore ingredienti arcani, le fece dono, riconoscente, di un libro di valore, per aiutarla a migliorare le proprie abilità. Da allora il tempo speso fra i due si divise equamente fra preparazione e assistenza al vecchio arcanista.

Un giorno, all'inizio del turno di lavoro, la giovane maga, scendendo le scale tortuose che davano al laboratorio, lo trovò vestito da viaggio, bastone alla mano, che riempiva un sacco di vari incartamenti e ingredienti per rituali.
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